Niente carrozza, niente orologio che batte la mezzanotte, niente scopa, nessun fazzoletto in testa ma soprattutto nessuna scarpetta di cristallo, per questa "Cinderella" su musiche di Prokofiev che il coreografo Mauro Bigonzetti ha creato su misura per la Compagnia di Ballo del Teatro alla Scala.
In occasione della sua prima rappresentazione del 19 dicembre 2015 al Piermarini per l’apertura della Stagione del Balletto, dove andrà in scena fino al prossimo 15 gennaio 2016, il cast era veramente d’eccezione.
Un Roberto Bolle principe moderno, con gilè in pelle rosso bordeaux e l’aria un po’ spaccona da conquistatore, la sua complicità da crew, da banda di strada formata dagli amici del principe, con in testa un solare e ammiccante Antonino Sutera in piena forma affiancato dagli altrettanto brillanti suo compagni di scorribande Claudio Coviello, Eugenio Lepera e Walter Madau.
La tecnica, la precisione, e la tradizione della danza classica si sposano felicemente con la velocità dei movimenti e la gestualità della danza contemporanea dando vita ad una cifra stilistica tipica di questo coreografo, che ama lavorare sul repertorio classico senza ignorare le evoluzioni che ci sono state nel frattempo nel mondo della danza attraverso l’introduzione dei nuovi linguaggi del teatrodanza, con particolare riferimento a quello di Maguy Marin, coreografa da lui sicuramente molto amata.
Andiamo con ordine, in primis è da segnanalare l'originalita della scenografia ideata da Carlo Cerri, costituita da proiezioni video che creano dissolvenze incrociate di sapore cinematografico, passando velocemente dalla scena di Cenerentola davanti al caminetto, a quella della sala del castello dove si svolge il grande ballo e l’incontro con il principe. La poriezione di un grande uccello nero in volo si trasforma per esempio nella Fata Madrina Nicoletta Manni che con le sue grandi ali proiettate sul fondale, atterra sul palco nascosta da un mantello da viandante per incontrare Cenerentola.
Il lavoro di Mauro Bigonzetti, aldilà delle critiche che qualcuno come sempre potrà muovere nei confronti delle riletture di grandi classici del balletto di repertorio in chiave più moderna, gioca sui contrasti mettendo a confronto due diverse forme di espressione coreografiche. Quella più conotrta e dilatata di sapore più contemporaneo del trio formato dalle sorellastre e dalla matrigna come anche delle danze di gruppo di tutta la corte, e quella più pura e a tratti quasi astratta della danza classica formata dalla coppia Bolle - Semionova, quest’ultima interprete di una Cenerentola quasi spoglia, senza pizzi e trine, al punto che il suo abito da ballo è rosso fuoco, come la sua passione, corto, semplice copertura di un corpo perfetto che intende donare al suo principe.
Sarà proprio questa gonna corta a perdere durante la fuga di mezzanotte e non la scarpetta, segno che il coreografo lavora sulla reinvenzione dei corpi dei danzatori, sulle loro singole caratteristiche, sulla valorizzazioni di questi e delle singole capacità, cercando di riconoscere e valorizzare il vocabolario di ciascuno. Cenerentola nella storia di Perrault è costretta dal padre, interpretato da un convincente e deciso Christian Fagetti, a sopportare la famiglia acquisita e soprattutto la sua subalternità alle sorellastre interpretate da un trio d’eccezione guidato dalla Matrigna Stefania Ballone, che dà il meglio di sè in questo ruolo spesso impersonato anche da uomini, unendo le sue grandi capacità tecniche a quelle espressive, interagendo in modo empatico con le ottime Antonella Albano e Virna Toppi che si mettono veramente in gioco in questo ruolo.
In riferimento a questi tre personaggi Bigonzetti ha lavorato in particolare sulla realizzazione dei costumi con Maurizio Milennotti, il quale ha realizzato una struttura di ferro che forma un vestito unico e trino, proprio per alludere alla ossessiva unità che lega il loro rapporto di parentela. Come ha spiegato lo stesso Mauro Bigonzetti, l’idea si ispira ad una fiaba turca che racconta di una madre la quale, per tenere sempre vicine a sé le figlie, le costringe in unico vestito. Una “Cinderella” dunque innovativa, per un pubblico più moderno e multimediale.
Teatro alla Scala repliche domenica 20 ore 20, martedì 22 ore 14.30, mercoledì 30 ore 20 giovedì 31 ore 19. Gennaio 2016 3,5,7,12,14 e 15 ore 20